martedì 7 marzo 2017

LA LETIZIA E’ A PORTATA DI RESPIRO




Se c’è una cosa che diamo per scontato, è il nostro cuore.
Non lo ringraziamo mai per lo strenuo lavoro che svolge, scandendo con i suoi battiti il ritmo della nostra vita.  Essendo un muscolo involontario, non ci preoccupiamo molto del suo stato, se non nel momento in cui la sua continuità venga spezzata da una causa imprevedibile come una aritmia da sforzo, da malattia o da shock.
Grazie alla sua opera energetica, noi possiamo dare ossigeno al nostro corpo ed espellere l’anidride carbonica. Il cuore è l’artefice del respiro che è il nutrimento della vita: ne segna l’inizio, ci accompagna come un fedele compagno per tutta la nostra esistenza e l’ultimo segna la fine del nostro percorso terreno. Sarà dunque importante?
Pur effettuando una media di 23 mila respirazioni al giorno, siamo propensi a non prestare attenzione al modo con cui ingeriamo l’aria, al contrario invece di quanto beviamo o mangiamo, spesso in quantitativo eccessivo: solo un bambino appena nato riproduce il movimento corretto della respirazione. Man mano che diveniamo adulti, il respiro si riduce e il fiato si accorcia, a causa della pressione e delle situazioni problematiche che ci turbano l’esistenza.

Ti sei mai accorto di come respiri?

Il respiro, pur essendo meccanico, può essere controllato con la volontà: le attuali tecniche di respirazione, spesso tratte dalle antiche tradizioni Yoga orientali, sono metodi efficaci che ci insegnano a ripristinare una respirazione ritmica buona a favorire la guarigione fisica, ad aumentare le difese immunitarie ed a conoscere meglio se stessi. Infatti per sentirsi in equilibrio e sicuri, non dobbiamo cercare appoggi esterni a noi che, in qualunque momento, potrebbero venire a mancare: bensì è necessario ritrovare il centro in noi stessi, proprio ripartendo dal nostro respiro.

L’osservazione dell’inspirazione e dell’espirazione ci aiuta a mantenerci fedeli ad una personale “misura interiore”: possiamo sentire, infatti, come la cassa toracica si nutre di aria e la espelle, né troppo poca né in eccesso; ci rendiamo conto di come l’aria si appoggi agli organi interni e si facci leva sulla schiena, determinando tutta una serie di piccoli movimenti che coinvolgono ogni elemento del nostro essere. 
Come l’ingranaggio di un orologio è costituito da miriadi di piccoli e delicati elementi che si muovono gli uni sugli altri, così avviene all’interno di noi: l’accorgerci di come ogni organo collabori per il benessere e l’equilibrio dell’intero corpo ci responsabilizza, indirizzandoci a scegliere stili di vita più adeguati al nostro sentire interiore, più in linea con la lentezza e l’armonia che tanto sono indispensabili a mantenerci radicati, consapevoli e virtuosi. Soprattutto, sani e gioiosi come quando eravamo bambini nel rincorrere gli aquiloni che si libravano in cielo.
Dobbiamo pensare al nostro respiro come se fosse un liutaio che deve accordare uno strumento delicato, rappresentato dal trinomio corpo – mente - anima: più si affina l’ascolto interiore, è migliore sarà la prestazione dello strumento che suonerà in concerto con gli altri. Avere cura del nostro respiro è il primo passo per la consapevolezza di sé e del nostro ruolo nel mondo.

Sull'argomento ti consiglio questa lettura (clicca nel link):
Respiro per respiro. La pratica liberatoria della consapevolezza, di Larry Rosemberg

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