martedì 4 aprile 2017
Non è sempre necessario leggere
tomi biblici o incanalarsi in dissertazioni filosofiche per soddisfare il
proprio desiderio di conoscenza sull’Infinito, sull’Assoluto e sulla realtà
spirituale in genere.
Anzi, possiamo fare
appello ad una delle più belle manifestazioni artistiche che l’uomo abbia
esercitato nella storia, ossia la musica: quest’arte ha abbracciato, fin dall’antichità,
il bisogno dell’essere umano di elevare il proprio animo per entrare in
contatto con una interna dimensione superiore.
La stessa parola Musica
deriva dal sostantivo greco μουσική, ossia relativa alle Muse, le divinità figlie di
Zeus e Mnemosýne (la Memoria) che erano considerate magnificenti e intrecciate
al Divino.
Tra i diversi generi
musicali alcuni sembrano, come il gospel o la musica sacra, essere
stati deputati a raccontare il rapporto con Dio come forma di preghiera religiosa
e di ringraziamento mistico.
Voglio invece soffermarmi su
generi più vicini alla nostra quotidianità di ascolto: è infatti interessante e curioso scoprire quanto la
musica leggera, pop e rock, sia italiana che internazionale, anche cantautorale,
abbia provato a svelare sentimenti raffinati ed offrire spunti di riflessione
su un tema tanto delicato quanto lontano dall’immaginario collettivo o popolare,
specie giovanile.
La canzone è, infatti,
concepita come uno spazio in cui note e parole rivelano, con tono più spensierato
e leggero, temi sull’amore relazionale, sul cuore, sulle emozioni e sull’ampio
spettro di sentimenti su cui si orchestrano le vicende terrene.
Possiamo invece
rallegrarci del fatto che grandi precursori della musica moderna e
contemporanea, forse insospettabili al grande pubblico e di profondo spessore
umano, si siano cimentati in testi impegnati interpretando, fuori dal coro,
temi molto introspettivi e transpersonali.
Con questo post iniziamo
un tour per conoscere meglio questi artisti.
Uno fra questi è il
cantante australiano John Farnham che nel 1986 pubblicò l’album Whispering Jack, da cui fu estratto un
singolo molto significativo per quanto semplice nella sua struttura del testo, You're
the Voice, scritto dal compositore inglese Andy Qunta insieme al
paroliere inglese Keith Reid (autore di fenomenali testi
del gruppo rock dei Procol Harum), alla musicista e cantante Maggie Ryder e al
chitarrista rock Chris Thompson.
Il brano cavalcò le
classifiche australiane per molte settimane, decretandone anche il suo successo
in ambito internazionale. La canzone fu poi inclusa nella colonna sonora sia
del film commedia Hot Rod nel 2007, sia
di un videogioco chiamato Grand Theft Auto: Episodes from
Liberty City nella stazione radio Vice City FM.
Il brano fu poi riproposto dai Matia Bazar nel 1995 con il titolo e testo italiano, La
scuola dei serpenti, e inserito nell'album Radiomatia.
Vi riporto il testo originale,
tradotto in italiano, sul quale vi invito a riflettere, e il video della
versione originale cantata dalla strepitosa voce di John Farnham.
Chiaro è il messaggio: dato che siamo tutti figli di Qualcuno,
allora perché ci guardiamo da tanto tempo attraverso l’ostilità di una pistola?
Buon ascolto!
Tu sei la voce
Abbiamo la possibilità di
voltare le pagine
Possiamo scrivere ciò che
vogliamo scrivere
Dobbiamo far quadrare i
conti, prima di diventare vecchi
Siamo tutte figlie di
qualcuno
Siamo tutti figli di
qualcuno
Da quanto tempo ci
guardiamo
Attraverso la canna di una
pistola?
Tu sei la voce, cerca di
capirlo e capiscilo
Fai rumore e rendilo
chiaro, oh, woah
Non staremo seduti in
silenzio
Non vivremo nella paura,
oh, woah
Questa volta, sappiamo che
possiamo stare tutti insieme
Con la forza per essere
forti
Credendo di poter fare di
meglio
Ooh, siamo tutte figlie di
qualcuno
Siamo tutti figli di
qualcuno, oh
Da quanto tempo ci
guardiamo
Attraverso la canna di una pistola?
Tu sei la voce, cerca di
capirlo e capiscilo
Fai rumore e rendilo
chiaro, oh, woah
Non staremo seduti in
silenzio
Non vivremo nella paura,
oh, woah
Ooh, siamo tutte figlie di
qualcuno
Siamo tutti figli di
qualcuno
Da quanto tempo ci
guardiamo
Attraverso la canna di una
pistola?
Tu sei la voce, cerca di
capirlo e capiscilo
Fai rumore e rendilo
chiaro, oh, woah
Non staremo seduti in
silenzio
Non vivremo nella paura,
oh, woah
Edit: Sara Baldi
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