L’ascesa
dell’essere umano alle vette spirituali è irta di ostacoli.
La
conoscenza dell’universalità del proprio spirito si plasma tramite un percorso
denso e conflittuale: la paura di abbandonare ciò che abbiamo conquistato e che
ci consola, per avventurarsi, come un pellegrino, in luoghi ignoti ma così tremendamente
attraenti, è ciò che maggiormente è di ostacolo alla volontà del neofita.
Per
quanto gli attaccamenti, l’inerzia o la pigrizia mentale siano pietre che
impediscono un passo serrato verso l’autocoscienza, l’Amore è
di stimolo non soltanto alla speculazione filosofica, ma diviene fonte di
ispirazione per tutti coloro che hanno detto sì al cammino di trasmutazione verso
il Bene, quale Valore supremo fondante della vita.
L’Amore
assoluto è ciò che dovrebbe spingerci a innalzare il nostro rapporto con il
Mistero ad un livello più alto (in senso virtuoso) e più profondo (in senso
introspettivo): la forza della preghiera contemplativa, ad esempio, risiede nel suo ringraziamento intimo per tutto ciò che abbiamo ricevuto e che abbiamo
riconosciuto come un dono, anche se intriso di quella sofferenza purificatrice
così cara all’animo di colui che vuole risanarsi dai desideri e dagli legami terreni.
Esplorare il mondo che è dentro di noi richiede pazienza, calma e molta
determinazione: nulla avviene per caso, ma solo grazie ad una intenzione
sincera di conoscenza di sé.
La
sofferenza che ne deriva, tempra ed è necessaria per animare quella forma di
resistenza interiore che è madre dello sviluppo transpersonale e che ci libera
da ciò che non serve più, per accogliere il mistero dell’Assoluto.
Fra
le personalità che meglio hanno incarnato questo processo spirituale, voglio
ricordare Rabindranath Tagore, autore indiano poliedrico, poeta e filosofo, che
vinse il premio nobel nel 1913 per una raccolta di liriche, il Gitanjali, in cui i valori universali di
solidarietà, pace e amore verso il prossimo abbracciano anche uno slancio
mistico per la Verità suprema che tutto permea.
In
uno dei suoi poemetti è riassunto il rapporto di amore con Dio che non è
vissuto come qualcosa di astratto, bensì come un sentire travagliato, quasi un
allenamento alla fede, e che si configura come una vera e propria rinascita interiore.
Leggerlo
in silenzio ci sprona alla meditazione.
Molti
sono i miei desideri
e
pietoso è il mio canto
ma
tu mi hai sempre salvato
con
duri rifiuti
e
questa tua potente misericordia
ha
lasciato un segno profondo
nella
mia vita.
Giorno
per giorno mi rendi degno
dei
semplici e grandi doni
non
chiesti
che
mi hai dato
-
questo cielo e questa luce,
questo
corpo, la vita e la mente -
salvandomi
dai pericoli
di
un desiderio troppo forte.
Ci
sono momenti in cui
languidamente
indugio
e
momenti in cui
mi
scruto e mi impegno
nella
ricerca della mia meta.
Ma
tu crudelmente
ti
nascondi alla mia vista.
Giorno
per giorno mi rendi degno
della
tua piena accettazione
con
rifiuti continui
e
mi salvi dai pericoli
di
un desiderio fiacco e confuso.
Tratta dal libro (clicca sul link) : Gitanjali, Rabindranath Tagore
NB: Se desideri conoscere meglio cosa sia la via transpersonale e vuoi intraprendere un percorso di crescita e di sviluppo interiore, potrei esserti di aiuto: clicca qui INCONTRI INDIVIDUALI
0 commenti:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.